L'intelligenza artificiale: fine del lavoro o inizio del caos?

Sta a noi decidere se usarla per costruire ponti o per scavare fossati.
25 novembre 2024 di
Massimiliano. Basile

In un mondo dove i robot possono già preparare un caffè migliore di quello del barista del quartiere e gli algoritmi decidono cosa guardiamo su Netflix, è chiaro che l'Intelligenza Artificiale (IA) sta cambiando il gioco. Ma mentre alcuni di noi stanno ancora cercando di capire come funziona Alexa, il mercato del lavoro sta già sprofondando in una rivoluzione senza precedenti.

I nuovi mestieri del futuro: roba da fantascienza o da manicomio?

Non siamo più ai tempi del "cosa vuoi fare da grande?". Ora è più un "speriamo che il mio lavoro non venga sostituito da un algoritmo entro domani". Tra le professioni emergenti ci sono ruoli che fanno sembrare "l'addetto alla catena di montaggio" un mestiere vintage.

  • Sviluppatore IA : Se pensavate che creare un videogioco fosse complesso, aspettate di vedere cosa fanno questi geni. Costruiscono intelligenze artificiali in grado di battervi a scacchi o, peggio, di rispondere con sarcasmo quando chiedete il meteo.
  • Ingegnere pronto : Il mestiere più strano del decennio. Questi professionisti scrivono comandi creativi che consentono agli algoritmi di generare contenuti. Insomma, letteralmente pagati per parlare con le macchine. Altro che psicologi per umani, qui siamo a un altro livello.
  • Eticista dell'IA : Questo lavoro sembra una barzelletta, ma in realtà è fondamentale. Serve qualcuno che spieghi ai robot che non va bene rubare i dati personali della nonna o creare deepfake per fare scherzi al vicino.

E non dimentichiamo i ninja della privacy , alias i privacy engineer, che combattono per evitare che i nostri dati personali vengano venduti per due spicci a una qualche multinazionale in cerca di pubblicità mirata. Grazie, eroi invisibili del web. Dobbiamo almeno un caffè.

Le paghe che fanno sognare: se non ti stressi, guadagni poco

Se pensavate che diventare influencer su TikTok fosse il piano di pensione più redditizio, ripensateci. I lavori nell'IA pagano bene, anche se probabilmente vi costeranno qualche ora di sonno e, perché no, un po' di salute mentale. In Italia, un ingegnere del linguaggio naturale può guadagnare circa 40.000 euro l'anno, mentre negli Stati Uniti questa cifra può triplicare, raggiungendo i 113.000 euro. Non c'è da stupirsi se molti programmatori sognano di fare le valigie e trasferirsi nella Silicon Valley.

Se poi riuscite a specializzarvi nel machine learning, potreste arrivare a guadagnare 148.000 euro l'anno. Certo, a quel punto non avrete più una vita sociale, ma almeno potrete permettervi un'isola deserta dove non dover discutere di algoritmi con nessuno.

L'università arranca: formazione in ritardo di almeno un firmware

Il problema? La velocità con cui i robot imparano è inversamente proporzionale a quella delle istituzioni educative. Mentre l'IA si aggiorna ogni settimana, i corsi universitari sembrano ancora parlare di cose utili negli anni '90. Gli studenti si trovano a dover imparare tutto da soli, magari guardando tutorial su YouTube di tizi che sembrano hacker russi.

Secondo un sondaggio di Salesforce, quasi la metà delle aziende IT afferma che i propri dipendenti non hanno le competenze necessarie per abbracciare questa rivoluzione. Nel settore pubblico, la situazione è ancora peggiore. È come mandare soldati armati di fionde a combattere contro droni militari. Insomma, un disastro annunciato.

Gli incubi peggiori: i robot ci ruberanno il lavoro?

Già sento il panico montare nei cuori di chi teme di essere sostituito. Certo, non è irrazionale pensare che alcuni lavori diventeranno obsoleti. Ma facciamo un attimo chiarezza: i robot non sono perfetti. Ancora si bloccano davanti a una porta girevole o sbagliano a riconoscere un piccione da un bambino. Quindi, almeno per ora, non è detto che un algoritmo possa fare meglio di voi... tranne forse ricordarsi il compleanno della suocera.

  • I robot sono bravi a fare le cose rumorose e ripetitive, tipo il picking e il collocamento in magazzino, ma non sono ancora pronti per sostituire il tuo lavoro di creativo o pensatore laterale. L'automazione libererà le persone dai compiti più banali, permettendovi di essere più creativi e meno stressati... almeno in teoria
  • Nuove Professioni: Sì, ci saranno lavori per tutti! Non preoccupatevi, non sarete tutti senza lavoro. Emergeranno nuove professioni come gli eticisti dell'automazione , gli strateghi dell'utilità dell'intelligenza artificiale , e gli formatori di empatia per gli assistenti virtuali. Sì, perché i robot hanno bisogno di imparare a essere empatici, proprio come i vostri capi
  • Formazione e competenze: non siete ancora pronti per la pensione. Le aziende ei governi dovranno investire nella formazione per adattare le competenze ai nuovi lavori. Non è il momento di pensare alla pensione, ma di imparare a lavorare in collaborazione con i robot. Dopotutto, se ChatGPT diventerà il vostro nuovo collega, meglio essere preparati.
  • Creatività e buon senso: no, i Robot non sono come noi (per ora). L'IA non è ancora in grado di creare da zero o di capire il buon senso come farebbe un essere umano. Il tono di voce, il sarcasmo, e l'adattamento sono ancora sfide insormontabili per i nostri amici robotici. Quindi, non preoccupatevi, non saranno loro a sostituire i vostri lavori creativi o a decidere se una battuta è divertente o no.

Riflessione seria: cosa accadrà nei prossimi 5 anni?

A parte le battute, la rivoluzione dell'intelligenza artificiale è inarrestabile. Nei prossimi cinque anni l'IA diventerà sempre più integrata nella nostra vita quotidiana e nel mercato del lavoro. In Italia, il piano nazionale per l'intelligenza artificiale (2024-2026) prevede investimenti di 4 miliardi di euro, puntando a colmare il gap di competenze ea trasformare le imprese del nostro paese in veri campioni della digitalizzazione.

La vera sfida sarà quella di mantenere l'essere umano al centro. Non possiamo permettere che l'IA decida tutto per noi. Sarà fondamentale educare le nuove generazioni a collaborare con le macchine e a sfruttare queste tecnologie per migliorare la qualità della vita, non per sostituirla.

Come diceva Carl Sagan, una delle menti più brillanti del nostro tempo: "La scienza non è solo compatibile con la spiritualità; è una profonda fonte di essa." La tecnologia, proprio come l'arte o la filosofia, è uno strumento. Sta a noi decidere se usarla per costruire ponti o per scavare fossati.

Quindi, non fatevi prendere dal panico. Il futuro sarà complesso, certo, ma anche entusiasmante. E ricordate: se tutto andrà male, ci sarà sempre bisogno di qualcuno che sappia preparare un buon espresso. E i robot, ancora, non sono bravi come noi italiani.